«La gestione attiva conviene.»
Editoriale ■
Martina Müller-Kamp
Responsabile dell’unità operativa Servizi di mercato Membro della Direzione generale
«La gestione attiva conviene.»
Editoriale ■
Siamo alla ricerca del fondo di investimento che prometta la migliore performance. Siamo convinti che, grazie alla loro formazione e alla loro pluriennale esperienza, le esperte e gli esperti del mercato dei capitali abbiano sviluppato competenze che consentono loro di effettuare una migliore selezione delle azioni, di acquistarle e venderle al momento giusto, ottenendo così una performance migliore rispetto al mercato complessivo.
Tuttavia, le cifre sono deludenti. Pochi gestori di fondi sono in grado di ottenere una performance migliore a lungo termine rispetto al mercato. Questa constatazione può essere spiegata in teoria con la tesi del mercato efficiente. Essa stabilisce che i prezzi dei titoli riflettono tutte le informazioni disponibili e che non è possibile prevedere le variazioni dei corsi. Già nel 1973 Burton Malkiel sosteneva la tesi di base secondo cui il mercato è talmente efficiente che uno scimpanzé potrebbe costituire un portafoglio con lo stesso livello di sviluppo degli esperti di investimento.
Ma nel mondo non è tutto bianco e nero. Il mercato non è sempre efficiente al 100% ed esistono modi per batterlo, ad esempio, investendo in modo strutturato e prendendo in considerazione diversi stili di investimento. Ad esempio, un portafoglio costituito da titoli di qualità di piccole imprese con una valutazione favorevole ha prodotto una performance migliore a lungo termine rispetto al mercato. Gli stili di investimento alla base di tutto ciò sono «Size» (piccole imprese), «Value» (valutazione favorevole) e «Quality» (titolo di qualità). Come identificare, valutare e misurare i singoli stili fa parte dell’arte della gestione dei fondi. Un buon gestore di fondi non può essere rimpiazzato da uno scimpanzé.
Martina Müller-Kamp
Responsabile dell’unità operativa Servizi di mercato Membro della Direzione generale