«Il senso come obiettivo sovraordinato, anche negli investimenti.»

Editoriale ■

Martina Müller-Kamp

Mai più una rivista per gli investimenti senza articoli sui megatrend. Investendo in aziende sostenibili, nella digitalizzazione o anche nel cambiamento demografico si vuole migliorare il profilo rischio-rendimento di un portafoglio azionario. Questa è la promessa. Ma è così? Si tratta di una reale esigenza delle investitrici e degli investitori o di un tentativo del settore finanziario di commercializzare meglio la propria offerta?

Il desiderio di investire nei megatrend è il risultato di un movimento sovraordinato: entriamo nell’era dei sensi. Nell’era dei sensi, non lavoriamo solo per guadagnare. La nostra attività deve anche servire a uno scopo superiore. Non investiamo più denaro solo per massimizzare la nostra performance monetaria. Con il nostro investimento vogliamo fare la differenza. La questione del senso nel lavoro, negli investimenti o anche nel tempo libero racchiude la forza di una motivazione intrinseca che ci fornisce l’energia per cambiare e migliorare il mondo. In questo modo rinunciamo alla distinzione tra dovere e inclinazione, lavoro e vita privata si fondono e anche il nostro investimento deve servire a questo scopo più elevato.

La domanda fondamentale quando si investe nei megatrend è: c’è un conflitto di obiettivi tra senso e performance?

La risposta è chiara: no! Naturalmente investire secondo i megatrend non esonera dall’obbligo di effettuare un’analisi finanziaria accurata. In media, però, hanno più successo le imprese che plasmano il futuro, rompono con i modelli di business esistenti, conoscono il loro senso, la loro visione, i loro valori e hanno un quadro chiaro del loro futuro, che rappresentano e incarnano attraverso la comunicazione e la gestione.

Martina Müller-Kamp

Responsabile dell’unità operativa Servizi di mercato Membro della Direzione generale